mercoledì 13 luglio 2016

Pretty Woman, ecco perchè è una fiaba (anche) per uomini


Pretty Woman
(USA 1990)
Regia: Garry Marshall
Sceneggiatura: J.F. Lawton
Cast: Richard Gere, Julia Roberts, Jason Alexander, Laura San Giacomo, Hector Elizondo, Ralph Bellamy, Hank Azaria
Genere: romcom all’ennesima potenza
Se ti piace guarda anche: Se scappi, ti sposo, Il matrimonio del mio migliore amico, Notting Hill, Il diario di Bridget Jones, Come farsi lasciare in 10 giorni

Gli uomini hanno una percezione profondamente sbagliata di Pretty Woman. Mi ci metto dentro anche io, che non lo vedevo da anni. Da quando ero un bambinetto e Julia Roberts non mi stava troppo simpatica. Poi sarebbero arrivati Erin Brockovich, Closer e I segreti di Osage County e la mia impressione nei suoi confronti sarebbe cambiata, però da ragazzino la identificavo unicamente come la regina delle romcom, l’eterna Pretty Woman. Pensavo che quel film, il suo più celebre, fosse solo una “roba da femmine”. Rivedendolo oggi, posso dire che mi sbagliavo. A 25 di distanza dall’uscita della pellicola, con un leggerissimo ritardo posso dire che mi sbagliavo di grosso.

Pretty Woman è una delle pellicole più amate dal pubblico femminile. Ci sarebbe da chiedersi come mai tante donne si identifichino con una prostituta, ma forse è meglio lasciar perdere. Tutti pensano che sia una specie di fiaba moderna in cui la fanciulla in difficoltà viene salvata dal principe azzurro, bello e ricco. La stessa Vivian Ward/Pretty Woman/Julia Roberts lo mette bene in evidenza all’interno del film. Quando però alla fine Edward Lewis/Pretty Man/Richard Gere le domande cosa succede dopo, Vivian risponde che lei salva lui. Ed è questa la vera chiave di lettura principale del film: Pretty Woman è una splendida fiaba moderna non solo e non tanto per le donne, ma anche e soprattutto per gli uomini.

Il motivo?
Non solo perché Vivian fa tornare umano Edward, sia nei rapporti sentimentali, che in quelli di lavoro, ma anche perché Pretty Woman è la donna ideale.
Il sogno di ogni uomo, o almeno di molti uomini, o almeno il mio, non è quello di stare insieme a una prostituta. L’idea che vada con altri non è accettabile. Il sogno di un uomo è stare con una ex prostituta, una donna che abbandona il mestiere per diventare la sua zoccola personale ed esclusiva.
Tra l’altro Pretty Woman inventa una professione nuova. Quello della prostituta è il mestiere più antico del mondo, è vero, ma la escort, quella che offre un servizio come accompagnatrice, anche all’infuori della semplice prestazione sessuale, è una figura che è stata sdoganata nell’immaginario collettivo proprio da questo film firmato da Garry Marshall. Pretty Woman è apparentemente una romcom innocua, mentre in realtà è un’istigazione, nemmeno troppo velata, alla prostituzione e allo sfruttamento della prostituzione.
Di certo Berlusconi, che non so perché mi è venuto in mente, un’occhiata attenta al film gliel’avrà data. La scena in cui il direttore dell’albergo spaccia Vivian per la nipote di Edward credo che possa avergli ispirato una certa idea...

Se da un punto di vista sessuale Vivian/Julia Roberts è disinibita e non si tira mai indietro e questo è un notevole punto a suo favore, sono però anche altre le caratteristiche che la rendono la donna perfetta.
Innanzitutto è appassionata di motori, al punto da avere molta più confidenza nella guida della Lotus con cambio manuale (gli americani poveretti sono fissati con il cambio automatico) ben più di Edward/Richard Gere. Se fosse pure patita di calcio e bevesse birra, sarebbe proprio il massimo. Comunque lo champagne lo beve volentieri e il calcio nel film non c’è, ma solo perché siamo pur sempre negli Stati Uniti e del calcio non gliene frega niente a nessuno, soprattutto nel 1990.
Siamo nel 1990, e si vede. La pellicola è infatti deliziosamente in bilico tra i due decenni: da una parte è il canto del cigno dello yuppismo 80s, dall’altra rappresenta il nuovo modello di romcom cui in molti si ispireranno nel corso dei 90s e ancora oggi. Si veda Cinquanta sfumature di grigio che, più che una fan fiction di Twilight, sembra una rielaborazione sadomaso di Pretty Woman.

Vivian/Julia Roberts inoltre è rossa di capelli. A me personalmente le rosse fanno andare fuori di testa, ma se per caso non fosse il vostro genere no problem, all’occasione lei indossa anche una parrucca bionda. In più, nella vasca da bagno ascolta “Kiss” di Prince, non chessò Baglioni o Ramazzotti o i New Kids on the Block, e quindi ha pure dei buoni gusti musicali. Inoltre è una tipa simpatica, alla mano, fisicamente è una gran bella sventola nonostante abbia una bocca enorme, aspetta il suo uomo nuda in camera e gli fa pure il bagnetto. In pratica fa da moglie, da madre e da amante tutto allo stesso tempo.

Vedete?
Pretty Woman è la donna ideale. Edward Lewis/Richard Gere riuscendo a toglierla dalla strada e a farla diventare la sua tipa realizza il sogno di ogni uomo, o almeno di molti uomini, o almeno il mio.

(voto 7,5/10)

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