lunedì 1 agosto 2016
Chiuso per ferie
Ci prendiamo una pausa (meritata). Ritorneremo con i Minimal Cult a settembre. Buona vacanze a tutti.
venerdì 29 luglio 2016
I-i-io e Allen
Io e Annie
(U-U-USA 1977)
Titolo originale: Annie Hall
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen, Marshall Brickman
Cast: Woody Allen, Diane Keaton, Tony Roberts, Carol Kane, Paul Simon, Shelley Duvall, Jeff Goldblum, Christopher Walken, John Glover, Beverly D’Angelo, Sigourney Weaver, Marshall McLuhan
Genere: woo-woo-woodyallen
Se ti piace guarda anche: Louie, Girls, Alta fedeltà, un altro film di Woody Allen a caso
I-i-io, be-beh ho un rapporto conflittuale con con… con chi? Co-con Woody Allen. Amato e odiato, sopravvalutato e sottovalutato, genio e ciarlatano, comico e drammatico, irresistibile e noioso, prova cose differenti e gira sempre lo stesso film, ba-ba-balbetta ma parla un sacco, fa un sacco di pellicole fondamentali e allo stesso tempo ne fa un sacco di inutili. Tutto e niente, questo è Woody Allen e be-be-beh io non ancora capito se più mi piace o più non mi piace e alla fine però i-i-io o-o-ogni tanto se-sento che de-devo vedere un suo film, ma non è che de-devo, è più che vo-vo-voglio cioè ho voglia di vedere un suo film.
Il mio rapporto con Allen è conflittuale anche perché trovo pa-pa-parecchio sopravvalutati suoi film osannati come capolavori assoluti come Manhattan e Match Point, no-no-nostante la presenza della mia Scarlett preferita, mentre altri sono un pochetto sottovalutati, come il grande Harry a pezzi o l’affascinante Sogni e delitti, o Vicky Cristina Barcelona e Scoop, sempre con la mia Scarlett preferita, e poi perché anche in tempi recenti è capace sia di piccole meraviglie come Midnight in Paris che grandi schifezze come To Rome With Love e poi pe-pe-perché gira tro-tro-troppi film. E-ecco, io questa cosa beh-beh, non la reggo. Io preferisco i registi che fanno un film ogni morte (o dimissione) di Papa e lo fanno aspettando il progetto giusto e curando tutti i dettagli in maniera maniacale, quelli che hanno una filmografia snella. Woody quanti film ha girato? Una cinquantina. Ma chi è che li ha visti tutti? Lui? Nemmeno lui, probabilmente.
I-i-io beh a-adesso ho voluto recuperarmi alla buon ora uno dei suoi più celebri lavori, I-Io e A-A-Annie che oh-oh-oh, non l’avevo ancora mai visto perché come ho detto ne ha fatti troppi e quando uno fa troppi film poi rischia che il pubblico non guardi quelli fondamentali e guardi quelli sbagliati tipo cioè io mi immagino le nuove generazioni che sentono parlare di questo grande autore newyorkese Woody Allen che insomma è una figura fondamentale del cinema e della scrittura cinematografica e come scrive monologhi e dialoghi lui be-be-beh ce ne sono pochi in giro e magari qualche giovincello non ha mai visto un suo film e pensa: “Oh, mi guardo l’ultimo di Allen!” e si becca To Rome With Love con la Mastronardi e resta con gli occhi sbarrati e pensa che non vedrà mai più un altro lavoro di Allen in vita sua e sono queste le cose che capitano quando uno gira troppi film e si fa trascinare dagli eventi ed esce con una pellicola all’anno tanto per tanto pe-pe-perché così ormai ha preso l’abitudine e allora sono anche cavoli suoi cioè a me che mi frega se si sputtana così la carriera? che poi di solito 1 su 2 tra i suoi ultimi film è interessante e allora se invece di un film all’anno ne girasse uno ogni due anni sfornerebbe solo ottima roba oppure al contrario girerebbe solo quelli schifosi?
I-I-Io e A-A-Annie dicevo, beh sì dovevo vederlo perché ancora mi mancava e mi è piaciuto sì mi è piaciuto però ancora non è riuscito a risolvere il mio dubbio esistenziale se Woody Allen più mi piace o più non mi piace perché sì è un ottimo film ma allo stesso tempo a livello emotivo non l’ho amato completamente.
Il mio problema con Allen è che mi sta simpatico, alcune sue battute mi fanno morire, alcune trovate le trovo geniali eppure come emozioni un suo film non mi travolge del tutto forse perché è proprio lui che è fatto così, lui non si innamora, lui si infatua, passa da una donna all’altra da un progetto all’altro da un film all’altro salta di fiore in fiore in maniera rapida eppure alla fi-fi-fine si infatua sempre della stessa donna e realizza sempre la stessa pellicola con lo stesso protagonista: lui.
E-e-ecco, lui parla sempre di se stesso. Credo che l’unico che possa amare davvero e completamente i suoi film al ce-ce-cento per ce-ce-cento sia lui stesso. I-I-Io e A-A-Annie? No! Io e basta. E il titolo italiano è anche più giusto di quello originale: Annie Hall. Annie Hall? No, non è un film su Annie Hall, una spumeggiante Diane Keaton, è un film su Alvy, ma chiamiamolo pure con il suo vero nome: Woody Allen. Un po’ tutti i film di Woody Allen dovrebbero essere intitolati: Woody Allen. Questo è il loro principale limite. Meno ti ritrovi in lui, meno ti piaceranno. Contemporaneamente è anche il loro principale pregio perché Woody Allen è un personaggio magnifico, che resiste alla prova del tempo e che riesce a dire sempre qualcosa di arguto e interessante, riesce a essere intellettuale ma pure terra e terra, dallo spirito antico ma comunque moderno. I protagonisti di due delle migliori serie comedy degli ultimi anni come Louie e Girls non sono altro che variazioni personali su questo modo di raccontarsi. Louie alias Louis C.K. non a caso apparirà nel prossimo film di Woody Allen di rientro a New York e Girls più che una versione indie di Sex and the City è il diario personale di Lena Dunham, una Woody Allen al femminile, e pure loro sono egocentrici ed egotomani e pure loro sono newyorkesi, ci sarà qualcosa nell’aria o sarà che tutti i più egocentrici ed egotomani vanno a vivere lì e chi-chi-chissà forse mi dovrei trasferire lì anche io ma mi sa che non sono egocentrico ed egotomane abbastanza non ai livelli di Woody, Louie e Lena comunque no. O forse sì?
I-i-io volevo parlare di I-I-Io e A-A-Annie e invece non l’ho ancora fatto e tanto beh tanto l’avete già visto tutti e anche se non l’avete visto potete immaginarvelo perché è il solito Woody, solo all’ennesima potenza e in forma creativa strepitosa, in questo film è un fiume in piena di parole di dialoghi di monologhi ed è tutto un grande flusso di coscienza in cui il suo rapporto con tale Annie Hall guidatrice pazza è giusto un pretesto per parlare come al solito di se se se stesso e mostrare le sue fisse e manie, il suo autismo/newyorkismo/egocentrismo estremo e qui lo fa con un dispiego di mezzi davvero creativo tra split-screen, cartoni animati, rottura della quarta parete e questo forse è un po’ il suo Amarcord, non a caso Fellini viene citato da un tizio saputello in fila al cinema, o forse tutti i suoi film sono un po’ i suoi Amarcord o meglio sono le pagine del suo diario e il bello così come il brutto delle sue pellicole è che c’è lui lui lui solo lui e non c’è spazio per altro anche se qui fa comparire persino il guru della comunicazione Marshall McLuhan e in brevi cameo ci sono pure Christopher Walken, Jeff Goldblum e Sigourney Weaver ma non hanno tanta importanza perché la riuscita di un suo film dipende fondamentalmente solo dal su-su-suo sta-sta-stato di forma e in I-I-Io & A-A-Annie Woody è in formissima è un vulcano di idee e creatività e comunque alla fine sì se devo scegliere se più mi piace o più non mi piace dico che Woo-woo-woody più mi-mi-mi piace, woo-woo!
(voto 8-/10)

mercoledì 27 luglio 2016
lunedì 25 luglio 2016
Extra Cult - Into the wild
Mettiamo in pausa le recensioni del ragazzo cannabile per qualche tempo e proponiamo alcune locandine minimal senza le recensioni...
ecco arrivare gli Extra Cult ;-)
ecco arrivare gli Extra Cult ;-)

venerdì 22 luglio 2016
Vecchi e nuovi incubi
(USA 1984)
Titolo originale: A Nightmare on Elm Street
Regia: Wes Craven
Sceneggiatura: Wes Craven
Cast: Heather Langenkamp, Robert Englund, Johnny Depp, John Saxon, Ronee Blakley, Amanda Wyss, Jsu Garcia, Lyn Shaye
Genere: da incubo
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Freddy Krueger a me non ha mai fatto una gran paura.
Lo so a cosa state pensando, lo so: che sono una persona estremamente coraggiosa. Quello, o forse state pensando che sia una persona estremamente bugiarda. Qualunque sia la verità, in questo caso sto dicendo proprio la verità. Ho sempre trovato Freddy più comico che spaventoso. Sarà che sono cresciuto con le sue imitazioni, come quella fatta da Willie nei Simpson, prima ancora che con la pellicola originale, che ho recuperato poi più in là in età relativamente adulta. O sarà che da bambinetto i miei incubi erano già troppo impegnati ad essere infestati da un’altra creatura demoniaca: Bob di Twin Peaks.
Insomma, Freddy Krueger non mi ha mai fatto tutta ‘sta paura.

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!
Quel coso è Freddy Krueger?
Oddio che paura!!!
Ritiro tutto. Mi fa una paura fottuta. Quando sono sveglio no, però. Solo quando dormo.
Questo significa che ora sto sognando?
Sto sognando di scrivere un post su Freddy Krueger anziché sognare di fare all’amore con le protagoniste della serie tv Scream?
Ma che son scemo?
Questo sogno mi ha fatto venire voglia di riguardarmi Nightmare. Questo sogno, o anche il fatto che Wes Craven è venuto a mancare circa un annetto fa e quindi mi andava di ricordarlo con quella che è la sua creatura più celebre e identificativa, visto che la saga di Scream la conosco già a memoria.
Sono così andato a rivedermi il primo Nightmare - Dal profondo della notte a qualche anno di distanza dalla prima visione e visto oggi fa un effetto un po’ particolare. Da una parte è una pellicola troppo avanti. Il vero e proprio capostipite e modello di riferimento per gran parte dei miei amati teen horror che sono venuti in seguito. Come Halloween di John Carpenter, forse anche più di Halloween di John Carpenter. Scream dello stesso Wes Craven a tratti appare quasi una presa in giro ironica di Nightmare. Ultimo esempio: lo splendido It Follows, che in più di una scena lo omaggia, anche in maniera piuttosto esplicita. Si può quindi definire un film ancora oggi più che attuale e che non mostra troppe rughe.
Freddy Krueger: 30 anni e passa portati benissimo.
Insomma...
Dall’altra parte continua a non spaventarmi un granché, questo Freddy. Fino a che non chiudo gli occhi. Se la visione di Nightmare scivola che è un piacere, anche nei suoi momenti più inquietanti e splatter, una volta che vado a dormire me lo ritrovo lì davanti. Con i suoi artigli e le sue filastrocche.
1, 2, 3 Freddy viene per te…
4, 5, 6 al sicuro non sei…
7, 8 il crocifisso tieni stretto…
8, 9 sta dormendo e tu sai dove…
8, 9, 10 apri gli occhi e poi muori…
(voto 7,5/10)
Nightmare - Nuovo incubo
(USA 1994)
Titolo originale: New Nightmare
Regia: Wes Craven
Sceneggiatura: Wes Craven
Cast: Heather Langenkamp, Robert Englund, Miko Hughes, Tracy Middendorf, Wes Craven
Genere: da sogno
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Sono morto?
Sono in Paradiso?
Sì, figuriamoci, al massimo sono finito all’Inferno.
O forse sto sognando?
È questo il nuovo incubo di cui parla Wes Craven?
Probabilmente sono dentro a un incubo in cui continuo a scrivere sempre lo stesso post. Mi sembrava di aver terminato quello su Nightmare e invece sono ancora qui. Perché?
Perché, Dio, perché???
Dio: “Perché devi scrivere di Nightmare - Nuovo incubo, imbecille!”
Ah, è vero. Grazie Dio!
Nightmare - Nuovo incubo segna il ritorno di Wes Craven al suo Freddy. Dopo che la saga era continuata con al timone altri registi, per una serie di sequel che continuano a mancare alle mie visioni, il settimo capitolo, oltre a vedere il comeback del suo autore, è anche qualcosa di differente dal solito seguito. Nightmare 7 è piuttosto una rielaborazione dell’immaginario di Nightmare in bilico costante tra realtà e finzione e tra realtà e sogno. O meglio incubo. In Nightmare 7 vediamo ritornare anche la protagonista dei primi episodi della saga, l’attrice Heather Langenkamp, il prototipo della ragazza-Craven, con quel suo volto da innocente brava ragazza americana che avranno anche le future fanciulle dell’universo craveniano, come Neve Campbell della saga cinematografica di Scream e Willa Fitzgerald della nuova serie televisiva di Scream, che tra l’altro ha chiuso con il botto, con un penultimo episodio girato alla grande da Ti West, uno dei più accreditati aspiranti al titolo di “nuovo Wes Craven”. Non per essere cinici ma, anche se è morto da appena pochi giorni, bisogna già cercare un suo erede. Niente male anche l’ultima puntata della prima stagione di Scream che ha svelato l’identità dell’assassino, senza dover aspettare settordicimila stagioni come ad esempio è successo con le Pretty Little Liars.
Le due attrici per altro si somigliano parecchio, al punto che non ci sarebbe da stupirsi se si scoprisse che in realtà Willa Fitzgerald è la figlia segreta di Heather Langenkamp.
O comunque si assomigliano di più loro del Johnny Depp in Nightmare...
...e del Johnny Depp di oggi.
Nella serie tv Scream la madre di Willa Fitzgerald è interpretata dalla bionda Tracy Middendorf, che in Nightmare - Nuovo incubo aveva invece la parte della babysitter...
...babysitter tra l’altro di un bambino inquietantissimo, Miko Hughes, visto anche in Un poliziotto alle elementari e Codice Mercury.
Heather Langenkamp ha qui la parte di se stessa, l’attrice che è chiamata a reinterpretare Nancy nella saga di Nightmare ancora una volta diretta da Wes Craven, pure lui nel ruolo di se stesso, e a vederlo scende giù una lacrimuccia.
Non sarà mitico quanto il primo capitolo, però Nightmare - Nuovo incubo è una pellicola estremamente interessante. Non il solito remake porcata, quanto piuttosto un elaborato gioco metacinematografico, che verrà poi ripreso da Wes Craven anche in Scream 3. Un film in cui non si capisce dove finisce la finzione del grande schermo e inizia la vita vera. Un po’ come sta capitando a me adesso. Non so se sto scrivendo per davvero, o se sto solo sognando di scrivere e, se sto sognando, devo fare molta attenzione perché Freddy potrebbe venire a prendermi. Finché sono sveglio, non può farmi del male. Solo che non sono sicuro di essere sveglio...
C’è un tipo ustionato da troppe lampade e che avrebbe bisogno di una manicure che si sta avvicinando a me con aria minacciosa...
Hey, ma è proprio Freddy!

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!
(voto 7/10)
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